variante al Piano Cave e cava Tana dei Banditi in val Varenna
Genova, 18 novembre 2005
All'Assessore all'Industria della Regione Liguria
Sig. Renzo Guccinelli
e p.c.:
Al Sindaco del Comune di Genova
Prof. Avv. Giuseppe Pericu
Al Presidente del Consiglio di Circoscrizione VII Ponente
Sig. Roberto Bruzzone
oggetto: variante al Piano Cave e cava Tana dei Banditi in val Varenna
Torna di attualità (si veda la cronaca di questi giorni) una vecchia, irrisolta
questione, quella delle cave di val Varenna e più particolarmente della cava Tana dei
Banditi a Carpenara. Guardando a ciò che accade tra Liguria e Toscana, dove sta
finalmente saltando il coperchio di una pentola marcia di intrighi e connivenze, non si
può fare a meno di riandare alla tormentata vicenda di casa nostra. Nel dossier sulla val
Varenna (che le SS. LL. potranno facilmente consultare sul nostro sito Internet) è facile
ritrovare, tra le molte segnalazioni e denunce (tra l'altro in merito alla situazione della
viabilità, già all'origine di tragici incidenti), quelle sul rischio amianto (cfr. lettera al
Sindaco di Genova, al Presidente della Regione Liguria e al Direttore dell'A.S.L. n. 3
del 14.11.2002). Risultato? Silenzio generale o, al più, generiche assicurazioni del tipo
"tranquilli, è tutto sotto controllo". Anche nello spezzino era tutto sotto controllo...:
come, lo si è visto.
Ciò che più preoccupa è che mentre il Piano Cave approvato nel 2000 imponeva
per Tana dei Banditi (anche grazie alla nostra battaglia) un regime ad esaurimento ed
un'escavazione esclusivamente finalizzata al ripristino (tipo D), la variante allo stesso
adottata con delibera n. 666 del 25 giugno 2004 (e tuttora in corso di approvazione)
cancella ogni limite all'escavazione, portando il regime della cava a tipo B. Se ne può
solo dedurre che ancora una volta la lobby dei cavatori, che come dimostra La Spezia
può sempre contare sulle complicità e le alleanze di un vasto intreccio di interessi, si
appresta a cogliere il risultato in barba alle istanze di una comunità seriamente
minacciata nei propri diritti alla sicurezza e alla salute.
Vediamo oggi che la cava Tana dei Banditi (insieme alle due dismesse di Pian di
Carlo e Chiesino) è inclusa nell'elenco delle 31 cave liguri "sotto osservazione". Se si
tratta, come sembra, della conferma di uno stato di potenziale pericolo, non possiamo
non rilevare il ritardo grave con cui gli Enti competenti si apprestano finalmente ad
affrontare il problema, a partire da un controllo al cui esercizio la Regione, sotto le varie
giunte e di destra e di sinistra, ha di fatto sempre abdicato, rimettendolo più o meno
scopertamente nelle mani degli stessi cavatori.
Ringraziamo dell'attenzione e salutiamo distintamente
Il Presidente
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