progetto dell'architetto Piano per il porto e la città di Genova
Comitato per la Difesa di Pegli e del suo Territorio
Il Ponentino
Circolo Sopranzi
Associazione Croce del Sud
Associazione Rinascita di Pegli
Associazione Pegli Flora
Lions Club Pegli
Circolo A.R.C.I. Messina
All'Agenzia Waterfront - Autorità Portuale di Genova
oggetto: progetto dell'architetto Piano per il porto e la città di Genova
Nel dare atto alle Amministrazioni che se ne sono fatte carico e all'architetto
Renzo Piano che ne è l'autore, di un'apertura al dialogo che si auspica possa far
crescere il livello della partecipazione alle scelte in ordine allo sviluppo del Porto e
della Città, queste Associazioni aderiscono di buon grado all'invito di codesta
Autorità, di produrre le loro osservazioni in merito all'oggetto.
Un'avvertenza, in premessa: ancorché incentrate su Pegli, le nostre
osservazioni cercano di sfuggire a logiche miopi e localistiche, e di attingere a
visioni di più ampio respiro, in accordo con lo spirito del progetto Piano.
Veniamo al merito.
Nonostante le notevoli trasformazioni del dopoguerra, Pegli conserva ancora
rilevanti caratteri di pregio (l'affaccio a mare, con la passeggiata, i musei e le ville,
uno straordinario retroterra ecc.) che è nostra preoccupazione salvaguardare e
valorizzare. Ogni prospettiva in tal senso è però minacciata dall'incombere di pesanti
fattori di rischio e degrado: da una parte (levante) il porto petroli con il polo
petrolchimico di Multedo, dall'altra (ponente) il porto commerciale di Prà-Voltri.
A ponente, un argine al degrado sarà rappresentato dal nuovo porto turistico,
da noi fortemente voluto. A questo riguardo precisiamo di essere assolutamente
favorevoli alla formula del porto privato, quando questo garantisca l'apertura al
pubblico di spazi pedonali, verdi e relative strutture (passeggiata ecc.) ma al tempo
stesso contrari a interventi di eccessivo impatto, tali da pregiudicare la libera e aperta
fruibilità del fronte a mare. Senza voler entrare nel merito di scelte che non ci
competono, riguardo alla soluzione progettuale da assumersi riteniamo necessario
privilegiare un criterio di assoluta e rigorosa salvaguardia degli equilibri paesistico-
ambientali, di particolare pregio - lo ricordiamo - nella zona del Risveglio.
A levante (Multedo), il discorso è anche più complesso. E' vero infatti che il
progetto Piano segue in qualche modo all'impegno del sindaco Pericu di perseguire,
d'intesa con Porto e Regione, lo spostamento del porto petroli e del polo
petrolchimico, adattando lo specchio acqueo e la banchina a usi civili (nautica da
diporto ecc.) in coerenza con le nostre rivendicazioni, ma la localizzazione
individuata in testa all'attuale pista aeroportuale, se da un lato risolve un problema
altri ne crea, determinando inaccettabili ripercussioni su Pegli in termini di impatto
ambientale (sotto il profilo paesistico, ecologico e della sicurezza). Ad aggravare
ulteriormente il quadro, la trasformazione dell'attuale pista aeroportuale in porto-
containers (con il contestuale spostamento a mare dell'aeroporto) porterebbe alla non
rosea prospettiva di uno scenario ingombro di containers a immediato ridosso di
Pegli e Multedo: qualcosa di molto simile, in definitiva, a Prà, dove la famigerata
"fascia di rispetto" non fa più di tanto argine al brutale impatto del porto-containers.
In definitiva, il prezzo che Pegli pagherebbe per lo spostamento del porto petroli
(mentre incerta è la nuova localizzazione del petrolchimico) è da noi ritenuto troppo
alto e sproporzionato al risultato.
Ciò premesso, formuliamo qualche ulteriore considerazione in senso
propositivo. Partiamo da un indirizzo di fondo, che è un po' alla base del progetto
Piano: la conquista di nuovi spazi portuali a mare, in alternativa ad un'espansione
"orizzontale" che appare per molti versi preclusa. Forse, ci permettiamo di osservare,
un'opzione del genere - "geniale" è stato detto, ma anche radicale come spesso sono
le idee degli architetti - deve sottostare a qualche verifica, calandosi nella realtà e
facendo i conti con le risorse disponibili, da un lato e con le istanze e le aspettative,
dall'altro, non solo dei soggetti economici (portuali e non) ma più in generale della
comunità cittadina. In questo senso l'"affresco" di Renzo Piano mostra un po' la
corda ed anche se tutti pubblicamente osannano, molti in privato criticano ed
ironizzano. C'è per esempio chi sostiene - non irragionevolmente - che l'aeroporto
vada sì spostato, ma oltregiogo. Noi non abbiamo le competenze necessarie per
entrare nel merito, se non da un punto di vista oggettivamente parziale (che è quello
su esposto) ma legittimo e non meno importante di altri nel dibattito che il progetto
Piano solleva a tutto vantaggio della Città.
Ma anche al di là del progetto e dell'occasione che suscita, sempre su
Multedo teniamo a ribadire l'assoluta e urgente necessità di allontanare
definitivamente il petrolchimico. Imporre la chiusura, offrendo alternative in termini
di riconversione industriale? Imporre lo spostamento (dove? Entro quali termini? A
quali condizioni?). Le indicazioni del progetto Piano, nel merito sono francamente
vaghe e indefinite: occorre un impegno forte e serio (che finora è mancato) delle
Amministrazioni.
Sulle aree delle ex Fonderie abbiamo preso atto dell'impegno del Sindaco,
che si è detto pronto a rivedere il P.U.C. accantonando definitivamente la sciagurata
ipotesi del distretto portuale alimentare che (al contrario di quanto avvenuto a
Fiumara) avrebbe consegnato al porto una risorsa strategica per la riqualificazione
urbana. Non riteniamo che in tal modo si penalizzi il porto, anzi. Con
l'allontanamento del porto petroli e la cancellazione del distripark alimentare si tratta
solo di restituire alla città un fronte d'acqua obiettivamente non più funzionale alla
produttività portuale. Che potrà farsene il porto di qualche centinaio di metri di
banchina stretta tra Pegli e i cantieri di Sestri, del tutto avulsa dal resto, priva di aree
a terra e fortemente carente di collegamenti infrastrutturali?
Va bene dunque la previsione del progetto Piano, di riconversione ad usi
civili del porto petroli (anche se andrà rivista, per i motivi su esposti, l'ipotesi di
localizzazione in testa alla pista aeroportuale), va bene, andando oltre e dettagliando
meglio, la previsione di strutture ricettive, portualità turistica (base nautica con
cantieristica minore ed ev. sede dello Yacht Club Italiano), porto peschereccio,
residenza, servizi, aree verdi. Ma tutto questo riguarda una prospettiva futura, se non
futuribile certo molto in là nel tempo. Al contrario, per indirizzare un processo
necessariamente di lungo termine, a breve proponiamo che si traguardi la
riconversione dei moli e delle banchine di ponente (in fase di dismissione per la
programmata contrazione dello scalo petrolifero) a polo della pesca, comprendente il
mercato del pesce e un approdo per pescherecci (che Renzo Piano colloca invece a
Voltri).
Per restare al tema, negli ultimi anni si sono prospettate diverse ipotesi circa
la localizzazione del nuovo mercato del pesce. Si è parlato - a proposito e a
sproposito - di Bolzaneto e di altre soluzioni - tutte sistematicamente lontane dal
mare e dalla banchina. Anche l'ipotesi più recente - che sino a ieri sembrava cosa
fatta, basata sulla previsione di una sede da ricavarsi sotto il ponte elicoidale - si
uniformava a questo criterio. Ma a parte l'evidente inadeguatezza di una tale
soluzione, palesemente di corto respiro, stanti le previsioni di piano che coinvolgono
la zona in una radicale trasformazione (tunnel sub-portuale, riforma della viabilità di
accesso al porto e all'autostrada ecc.), occorre ribadire una verità fondamentale, che
è la seguente: se per certi versi il mercato può anche stare lontano dal mare, visto che
gran parte del pescato arriva per via aerea o su gomma, per altri versi è innegabile (lo
confermano senza esitazione gli operatori) che la collocazione in banchina, in
collegamento con lo scalo specialistico adeguatamente attrezzato, costituirebbe un
importante fattore di incentivazione del settore o meglio, della componente
produttiva di un settore che non vive di solo commercio. Un mercato in banchina,
adiacente ad un porto peschereccio, sarebbe in grado di concentrare su Genova la
flotta attualmente dispersa e precariamente servita da scali non attrezzati,
incentivando ed esaltando un potenziale produttivo in oggi mortificato e depresso a
causa di gravi carenze strutturali e logistiche. Naturalmente da una tale sinergia
trarrebbe a sua volta vantaggio la componente commerciale, che potrebbe finalmente
avvalersi di una grande ed efficiente struttura in grado di realizzare le necessarie
economie di scala e di indurre significative ricadute, in definitiva, sull'economia
complessiva della città e della regione.
Ringraziamo dell'attenzione e restando a disposizione per ogni eventuale
approfondimento inviamo distinti saluti.
Per le Associazioni in epigrafe
il Presidente del Comitato per la Difesa di Pegli
(Paolo Cevini)
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