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il Caffaro
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Lettera all'Assessore alla Cultura del Comune di Genova
sottolineatura
oggetto: Villa Doria

           Con riferimento ai recenti colloqui, preciso qui di seguito il percorso che consiglierei per l'intervento sul lago di villa Doria.

           In generale, dato lo status di monumento del giardino cinquecentesco, ci si dovrà attenere a criteri rigorosamente conservativi, senza aggiungere o inventare ma mettendo in atto tutto quanto è necessario - in termini di conoscenza e interpretazione - per assicurare la continuità del complesso nei suoi tratti originari. E' appena il caso di ricordare la necessità di riportare l'invaso alle sue originarie dimensioni e profondità, e non solo per riguardo al passato: in mancanza, come siamo, di un elevato ricambio, solo una massa adeguata può assicurare l'equilibrio biologico del corpo idrico. Diversamente il lago non sarà che un'acqua morta.

           I capitoli d'opera che sommariamente individuo sono:

1. scavo e trasporto a discarica
2. consolidamento di strutture murarie (sia dell'invaso che dei versanti laterali)
3. impermeabilizzazione dell'invaso
4. regimazione delle acque superficiali
5. alimentazione idrica dell'invaso (comprese opere di decantazione a monte)
6. pavimentazioni
7. sistemazioni a verde
8. arredi e complementi (ringhiere, sedute ecc.)

           (...)

           Ciò che però è soprattutto importante, a mio modo di vedere, è impostare la cosa nel modo giusto. Voglio dire che - data l'attuale situazione di interramento dell'invaso e di diffusa instabilità dei versanti - è sconsigliabile avviare una progettazione in vista di un appalto, senza dare corso ad un'accurata ricognizione preliminare, consistente in:
- scavo e svuotamento dell'invaso
- rilievo topografico, indagine archeologica e archeometrica
- studio del quadro statico e dei dissesti in atto

           Alla ricognizione deve seguire la stesura di un progetto esecutivo in grado di affrontare - a questo punto con cognizione di causa - i vari aspetti connessi con l'intervento. Quanto all'appalto, se non si ritiene opportuno operare in più fasi (distinguendo appunto una prima fase "ricognitiva" dai lavori veri e propri), si può pensare ad un appalto integrato, con progettazione esecutiva a carico dell'appaltatore. Tale ipotesi è senz'altro praticabile a condizione che:
- l'accennata fase "ricognitiva" sia parte integrante dell'appalto
- la progettazione esecutiva sia affidata a progettista designato dall'Amministrazione (o anche da Aster, che potrebbe gestire tutta l'operazione con maggiore flessibilità)
- la direzione lavori spetti all'Amministrazione, che designa anche un direttore artistico per gli aspetti inerenti la tutela monumentale e storico- artistica.

           Con i migliori saluti
           (Prof. Arch. Paolo Cevini)

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